Skip to content

Sant’Alessio e uno strano martirio

November 16, 2012


In attesa che il mio amico AP mi mandi le foto del monumento di Burdur e di quello di Afyon, parliamo di qualcosa di radicalmente diverso. C’è una famosa aria di Rossini, da l’Italiana in Algeri che fa:
Languir per una bella
e star lontan da quella,
è il più crudel tormento
che provar possa un cor.

E questo è facile da capire. Ma ovviamente la cosa si può complicare assai e si possono inventare tormenti molto più crudeli. Quando lessi per la prima volta la storia di Sant’Alessio nella Legenda Aurea rimasi un po’ perplesso, anzi trovai che la storia avesse lo stesso grado di stranezza delle vicende di Periandro tiranno di Corinto.
Alessio era il figlio di una nobile casa romana, amato dai genitori e dalla fidanzata.

Sant’Alessio a casa dei suoi

Convertitosi al cristianesimo, aveva persuaso anche i familiari e quando giunse il momento di sposarsi, convinse la moglie a vivere castamente come fratelli. Dopodiché partì per un viaggio in Oriente. La nave naufragò e tutti lo dettero per morto. I genitori e la moglie lo piansero a lungo disperati. Ma Alessio si era salvato e faceva il mendicante in Asia. Col tempo tornò a Roma e qui trovò ospitalità proprio nella sua casa, che i genitori e la moglie avevano aperto a tutti i poveri. Alessio scelse di non rivelarsi e visse da mendicante nella sua propria casa per molti anni, osservando in incognito i suoi che lamentavano la sua morte. Poi morì e quando fu trovato il corpo, Alessio stringeva in mano un cartiglio che spiegava per filo e per segno l’intera vicenda. Quando riuscirono a leggere il cartiglio e capirono cosa succedeva i genitori cominciarono a piangere: “Heu fili” – gridavano il padre e la madre, lacerandosi le vesti – “Perché sei stato tanto crudele con noi? Perché hai passato con noi 17 anni e non ci hai mai detto chi eri?” E la madre si slanciava a baciare il cadavere attraverso la folla degli accorsi. E la moglie piangeva: “Oggi comincia per me un dolore senza fine, oggi si è infranta la mia ultima speranza”. E il popolo intorno lacrimava. L’imperatore e il papa, lì condotti da una voce miracolosa, presero il santo e decisero di deporlo in un sepolcro con tutti gli onori. Ma la folla degli accorsi bloccava il passaggio e così iniziarono a distribuire denaro perché se ne andassero e lasciassero il corpo del santo, ma quelli si raccoglievano sempre più fitti, attratti proprio da queste elargizioni, e fu con molta fatica che si potè portare Alessio alla chiesa di San Bonifacio.
Ecco, è ben strana questa santità, così crudele, così dolorosa per tutti i familiari, così poco evidente da richiedere per essere conosciuta l’intervento e la suprema sanzione del papa e dell’imperatore insieme. Eppure questo di Alessio è un vero martirio, in fondo. Egli potrebbe tornare da padrone e patisce la vita del mendicante, egli vede i suoi più cari affetti disperarsi e piangerlo e non li consola. E’ sopravvissuto al nafraugio ma deve annichilire ogni giorno i suoi affetti più sinceri.

Ho ripensato alla storia di sant’Alessio in un momento di particolare tristezza quando lessi The end of the affair di Graham Green. Durante la seconda guerra mondiale, Sarah ha una relazione adulterina con Bendrix. Poi, inspiegabilmente lo lascia, dopo che questi è sopravvissuto miracolosamente allo scoppio di una bomba. Bendrix fa indagare su Sarah e ne scopre un diario. Il diario rivela un voto: quando scoppiò la bomba Sarah promise a Dio di rinunciare al suo amore, se l’amante si fosse salvato. Mentre Bendrix indaga, Sarah muore, ma le persone che la donna ha conosciuto negli ultimi tempi svelano all’amante e al marito una sua insospettata religiosità e perfino qualcosa che sembra un miracolo.
E’ ben strana anche questa santità. Anche qui tutti soffrono: soffre Sarah che rinuncia all’amore, che deve trattare crudelmente il suo amante, e che inganna il marito; soffre Bendrix, abbandonato e geloso; soffre il marito che sospetta e non capisce. La morte di Sarah risolve le tensioni della storia, ma non pacifica i personaggi. Queste due storie, Sant’Alessio e Graham Greene, hanno in comune questa terribile rinuncia al proprio amore, alla propria vita in fondo, per abbracciarne un’altra vuota, sterile, in cui si è fatta pulizia del proprio antico Io. C’è Dio, pare, a riempire questa nuova vita. Ma con gli dei non è dato dextrae iungere dextram et reddere voces.

No comments yet

Leave a comment